Brano: [...] un beneficio per le nostre condizioni di Partito di lotta e di Partita di avvenire, o non siano piuttosto il frutto di un qualche artificio o il prodotto di propositi e di sentimenti i quali sono in contrasto con quella che dovrebbe essere la giusta e ragionevole spinta che deve animare tutti i compagni che si iscrivono al Partito socialista italiano. Io non esito a dichiarare che se la situazione, che il Partito ha affrontato l'anno scorso nel Congresso di Bologna, era già una situazione intricata e difficile, oggi essa è diventata ancora piú grave perché appunto il risultato del Congresso di Bologna è stato quello di introdurre negli usi, nelle abitudini, nei programmi del nostro Partito, come mezzo di azione, il mezzo della violenza: il mezzo della violenza che è ripugnante in un Partito sorto, come il nostro, per reazione contro il vecchio culto ed il vecchio fanatismo di credere che le questioni sociali possano essere risolte col mezzo della violenza.
Nel 1892 il Partito socialista in Italia è sorto appunto spogliandosi di tutte queste vecchie fantasie che ci erano lasciate in eredità da tutto
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quell'atavismo delle generazioni passate, che aveva consumato se stesso per poter dar[...]
[...]orso nel Congresso venne fatta trionfare questa esaltazione dei mezzi della violenza, che noi non abbiamo mai negato, ma che noi contestiamo continuamente possano e debbano essere uno dei mezzi di azione programmatici del, nostro Partito, ci ha convinti che non si è fatta abbastanza propaganda di questa verità fondamentale del nostro .movimento. Ed anche oggi noi siamo dominati da questa esaltazione per cui, forse, coloro che hanno trionfato nel Congresso di Bologna l'anno scorso, dovrebbero sentire pesare qualche rimorso per la situazione difficile che si è venuta creando a Bologna, a Ferrara ed in altri luoghi, ove appunto la facilità e l'illusione di credere che gli atti di violenza armata possano servire a maturare maggiormente i destini della classe lavoratrice d'Italia e l'avvenire della civiltà socialista, hanno messo il Partito in condizione inestricabile e difficile. (Applausi).
Noi consideriamo la violenza come una storica necessità, ma una triste necessità. Si è secondo i metodi e gli incitamenti della classe dominante, che la violenza degli [...]
[...]convinzione, i principi comunisti portati dal « Manifesto » di Carlo Marx.
Per evitare questa contraddizione noi diciamo chiaramente che non accettiamo questa distinzione, che è artificiale, che viene fatta in perfetta buona fede. Ah ! sí. Purtroppo il compagno Serrati é costretto a scontare oggi quella tentazione, quella debolezza che anche egli ha avuto, di essersi lasciato trascinare l'anno scorso su questo terreno nella discussione fatta al Congresso di Bologna che era la conseguenza di questa specie di fanatismo per il miracolo della violenza e del mezzo di azione della violenza, che non era certo da adottare per un Partito come il nostro. Certo vi sono nel nostro Partita elementi i quali hanno continuamente periodi di oscillazione: sono elementi che in generale nella loro vita hanno avuto una base continuamente mobile, movimentata, e quindi nella loro mente pare di mancare al loro compito ed al loro dovere se non vanno continuamente ad elaborare teorie nuove, dottrine nuove, punti di vista nuovi. C'é della gente a cui pare mancare al loro scopo, a[...]
[...]iacciato il Governo italiano. (Approvazioni).
Voce: Rifare l'Italia ! (Tumulto).
LAZZARI: Cosí tutto va a risolversi in uno spirito di egemonia in questi uomini che hanno la superbia di credersi la parte piú avanzata, piú cosciente, che sentono quindi la volontà di diventare i dittatori del movimento del Partito. (Approvazioni, applausi della maggioranza).
Questo spirito di egemonia è quello che ha servito l'anno scorso per venirmi addosso al Congresso di Bologna. Ma oggi noi diciamo: Sí, voi dovete giustamente esercitare il vostro spirito di egemonia, ma esercitatelo in quei modi ed in quelle forme che siano realmente l'espressione del grande spirito di uguaglianza con tutti i vostri compagni. Soltanto in questo modo avrete diritto legittimo di esercitare questa egemonia, non separandovi, non creando una debolezza fra di noi, perché la debolezza nostra sarà anche la vostra, sarà una debolezza comune.
Uno degli araldi principali di questa separazione, di questa teorizzazione, di questo cambiamento di nome e di domicilio del socialismo italiano è, tra[...]
[...]a di ignoranti ! (Tumulto). La Russia ha un programma agricolo del <c Pipi ». (Nuovo tumulto violentissimo, con scambio di apostrofi fra i due gruppi nella sala e nei palchetti).
LAZZARI: Quindi, noi siamo in questa condizione favorevole. Io vi ricordo, compagni, che le vostre deliberazioni conclusive che prenderete, dovete prenderle con piena libertà di coscienza e di voto. Io non so se si sia adottato ancora il sistema deplorevole adottato al Congresso di Bologna, dei voti imperativi. Noi il giorno che abbiamo ricevuto il mandato di sostenere le ragioni dei nostri compagni organizzati, abt biamo ricevuto il mandato di venire in mezzo ai fratelli con piena libertà di coscienza di fronte a quelli che sono i diversi apprezzamenti su questa questione. Se io mi sento sullo stesso terreno di uno qualsiasi
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dei propugnatori delle varie tesi, voglio essere libero di esprimere per me e per loro l'intera espressione del mio diritto sovrano di decisione. Spero che sarete venuti in questo Congresso con questa piena libertà di coscienza nel decidere. Ricordat[...]
[...]e noi possiamo fare al nostro movimento?)». Allora non esito a dichiarare che l'unico bene, inapprezzabile, indistruttibile che noi abbiamo a nostra disposizione, è l'unità colla quale possiamo portare alla Terza Internazionale una forza reale, effettiva e devota. Con una scissione si porterebbe una debolezza ed una frazione. Ora noi abbiamo il nostro precedente. Il Partito socialista italiano, sia per mezzo della sua Direzione, nel 1919, sia al Congresso di Bologna dell'anno scorso, ha confermato continuamente la sua entusiastica solidarietà colla Terza Internazionale e la sua adesione alla causa della rivoluzione mondiale. Noi manterremo questa nostra decisione, la confermeremo, anche se venisse la scissione fra noi. Coloro però che a nome di un comunismo che in Italia non è che artificiale per dividere le nostre forze, resterebbero aderenti alla Terza Internazionale potranno vantarsi di avere seguito ciecamente le norme che sono state prescritte per l'organizzazione della Terza Internazionale..
Voce da un palchetto: Piú quelle che le vostre ! (Rumori[...]